martedì 25 ottobre 2016

Step 4: Verde Marino nel Mito

La leggenda di Glauco
(occhi glauchi o azzurro/verdi, color del mare; in greco: γλαυκῶπις - glaukōpis)


La mitologia greca ci tramanda un'antica leggenda che in tempi remoti, a Capo Peloro (Messina), venne ad abitare il figlio di Poseidone, Glauco, semidio nativo della Beozia. Il giovane approdato sull'isola (Sicilia), aiutato da alcuni compagni, decise di ricavare da un tronco di pino una barca snella e veloce come il vento che dipinse con i colori del mare, azzurro e verde. Per amor proprio, Glauco, si dedico' a tempo pieno alla pesca. Al ritorno d'ogni battuta di pesca, l'abile marinaio, riusciva a rientrare sempre con le reti colme di pescato. Glauco, d'animo nobile, non trattenne mai per se tutto il pesce, ma preferiva donarlo ai conoscenti tenendo per se il minimo indispensabile.
Il semidio oltre ad essere un valoroso e astuto pescatore, portava il dono di essere una creatura ammaliante. Amava passare il tempo libero con le tante ammiratrici, nonché le benevoli Nereidi (ninfee marine, figlie di Nereo e della Oceanina Doride)  assieme alle incantevoli sirene, tenendo sempre un rapporto amichevole senza mai cadere in balia di amori folli.
Un giorno a Capo Peloro  si presentò la figlia di Forco, la ninfa Scilla. Questa creatura marina appariva di una bellezza asfissiante, d'occhi azzurri, chiara di carnagione e con pelle vellutata come un petalo di rosa. In modo grazioso Scilla si stendeva sulla riva della spiaggia ad ammirare il rientro in barca dell'atletico pescatore. Ormai abbagliata dalla bellezza che diffondeva Glauco, Scilla si innamoro' perdutamente e non ebbe mai il coraggio di dichiarare il suo amore. Un giorno, Scilla confido' alla maga Circe il suo amore per Glauco. Allora, la maga, venendo a conoscenza della magnanimità di Glauco, approfittò della fragilità emotiva di Scilla, e con un incantesimo trasformò in un mostro marino la timida ninfa. L'innocua Scilla, presa coscienza dell'attuale condizione fisica, non resse all'imbarazzo e si andò a rifugiare negli abissi.
Dopo svariati anni Glauco venne a conoscenza dell'incatesimo che Circe fece a Scilla. Disperatosi e addossandosi le colpe, stremato dalla vecchiaia e con il viso logoro ricoperto da una folta barba bianca, decise di andare alla ricerca del mostro incarnato da Scilla. 
Un giorno mentre era di rientro in barca,  intravide  un'isola ricoperta di un verde  brillante che rifletteva la luce del sole,  decidendo di approdarvi. Allo stremo delle forze, approdo' sulla riva dell'isolotto e porto' con se qualche pesce che aveva catturato in giornata. Poggiando le reti, con all'interno i corpi ormai privi di vita dei pesciolini, su quell'erba di un verde acceso, Glauco notò che quelle creature incominciarono a riprendere vita. Impressionato dalla vista, anche lui decise di mangiare convulsamente l'erba che riporto'  in vita i pesci. Qualche attimo dopo, tutto d'un colpo i suoi piedi cominciarono a colorarsi  di verde, poi le gambe, il busto e la faccia. Ormai tutto il suo corpo era ricoperto dello stesso colore verde di quell'erba che aveva ingerito. Una smisurata forza ritorno' in vita nell'animo del vecchio Glauco e con un grande balzo si tuffo in mare, immergendosi. 
Il bello e amato semidio mutò in Tritone Marino, e trascorse il resto dei suoi giorni a vegliare sui marinai e profughi.



Cultura islamica e non

Il verde nell'Islam è visto come il colore che incarna la saggezza, il colore del prato del Paradiso dove alloggeranno per l'eternità le anime dei martiri sotto il nome di Allah.
Sappiamo che vi sono alcune tribù di nomadi che venerano Khidr (in arabo:  الخضر‎‎ al-Khiḍr), l’uomo verde, patrono dei viaggiatori che incarna la provvidenza divina. Questa figura misteriosa compare nel Corano ( Sura 18, nei versi 65-82) e viene descritto come un fedele servo di Dio. Nella tradizione islamica e non, Khidr è descritto come una sorta di profeta.
Attualmente si ipotizza che la figura di Khidr sia associata ad una divinità ugaritica ( città di Ugarit, Siria) di nome Kothar-Wa-Khasis. In comune questi personaggi possiedono conoscenze segrete e dotati di un saggezza smisurata. Nella tradizione islamica, secondo il Corano, Khidr ha conoscenze esoteriche ( Hikmah e ilm al-ladun). Mentre Kothar, oltre avere conoscenze mistiche e grandi capacità intellettive, sappiamo che il suo nome derivi dal termine “abile e saggio”.
Alle figure di Khindr e Kother viene associata l’immagine del marinaio. Si pensa che Kothar sia stato l’inventore della barca, il cui scopo era quello di salvare i marinai da eventi nefasti. Un comportamento analogo si riscontra nella figura di Khidr,  al quale vengono attribuite gesta eroiche di salvataggi in mari, laghi e fiumi. Gli aleviti Curdi di Dersim lo vedono e descrivono come un sovrano dei mari”.





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